Giovanni Marasco. Nasce in Calabria nel 1973. Vive e lavora a Roma. Fotografo freelance, autodidatta, inizia dal 1990 a studiare i grandi maestri della fotografia e gli autori di critica fotografica nazionale e internazionale. Dalla metà degli anni ’90 si occupa, in proprio, del trattamento dei propri lavori con processo chimico-analogico in bianco e nero. Da due anni gestisce nei pressi di Roma, insieme con un collega, un laboratorio di fotografia analogica con sala posa e camera oscura. Ha esposto in numerose collettive e personali. In sintesi, qualche accenno a eventi recenti di rilievo pubblico: 2011 e 2012, Auditorium Parco della Musica di Roma, gigantografie in proiezione; 2013, antologia di foto, Castel Sant’Angelo in Roma, rassegna multi tematica “Terra”; 2013, “Christmas Pop-Up, il Natale che non c’era”, Galleria Regina Margherita a Piazza del Viminale in Roma, lavori tratti dalla serie “Terra Madre”; 2015, personale dal titolo “Memento”, Palazzo Romei a San Giovanni in Fiore (CS), con il contributo critico della Dr.ssa Costanza De Simone, Archeologa ed Egittologa consulente UNESCO di stanza al Cairo in Egitto; 2017, Arles, espone al Festival Internazionale della Fotografia “Les recontres d’Arles”, all’interno del circuito Voies-off .
Nature Morte. Le quattro stampe presentate fanno parte di un lavoro più ampio sulle “nature morte” naturali che s’incontrano quando capita di visitare qualche paese o borgo di montagna abbandonato. Primi o primissimi piani, dettagli minimali. Particolari che inducono a una specie di “stupore riflessivo”: oggetti, piante, pietre, ecc., sempre stati o abbandonati lì, a ricordarci, con Pier Paolo Pasolini, «ciò che è stato, in silenzio, il mondo e ciò che sarà». (da La recessione, in La meglio gioventù, Pier Paolo Pasolini, Einaudi, 1974)