Gianluca Monacelli. Nasce a Roma nel 1969 e dopo un lungo nomadismo quivi risiede con gli occhi puntati al mondo… “Se a qualcuno interessasse la mia storia di fotografo posso dire che faccio foto da oramai troppo tempo. Ero ancora un ragazzo quando finalmente al desiderio di fotografia riuscì ad accompagnare la prima macchina fotografica. Una nikkormat abbondantemente usata corredata di un obiettivo normale e un grandangolo senza pretese. Iniziai a sperimentare il colore, le geometrie, gli attimi intimi di vita quotidiana. Inquadravo tutto ciò che ‘vedevo’. E fu meraviglia, divertimento, ricerca e sogno. Avevo ancora una ventina d’anni. Ero uno studente universitario di medicina pieno di ingenue speranze ‘su cui conto ancora’. Nel mentre lavoravo per arrotondare, come cameriere ad una storica hostaria romana dove Pasolini transitò prima di andare a morire e come odontotecnico da un mio caro zio ad Ostia. In realtà fu lui ad appassionarmi all’idea del fotografare. Divenni poi un professionista dell’umano ma la passione per la fotografia mi aveva segnato già e da allora mi segue a tutt’oggi con basse e alte maree. Tempo dopo, quando emigrai in Veneto ebbi modo di conoscere la fotografia in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin al Santo di Padova. Da allora la mia realtà ha perso i colori ed è diventata dapprima argentica come i miei capelli, poi a pixel ma sempre in bianco e nero. Col tempo la passione contagiò anche altri amici e divenne motore comune di poesia.
..Ci sono sconosciuti che conosco più delle persone a me più intime e che mi accompagnano da sempre. Sono alcuni personaggi delle mie foto che mi guardano da lì da innumerevoli anni..
Comacchio by night
Questo lavoro su ‘Comacchio by Night’, nasce all’interno di un più ampio e forse troppo ambizioso progetto sulla laguna nordovest che bagna le terre emerse tra Grado e Ravenna. Laguna, per uno che come me ha due terzi di sangue umbro i cui avi commerciavano in montagna il sale preso appunto alla laguna, è una parola che richiama storie narranti marine e mitiche oniriche. Zolle acquose e bonificate piene di sapori, di nebbie, di blue note, con le sue genti generose e operose. I suoi odori salmastri e dolci ti penetrano dentro l’anima, diversi ad ogni stagione, sono come l’amore: una passione infinita. In questa cornice Comacchio, città lagunare e salmastra, è un sigillo sul bello italico che lascio gustare con la voce della luna.