Laura Lomuscio. Nata a Milano nel 1976, in settembre. Inizia gli studi di teatro e di canto a sedici anni, allieva di un uno dei fondatori della Comuna Baires, Edgar Dario Gonzalez, sino all’esperienza più significativa di formazione attoriale a cura di Raul Iaiza, assistente di Eugenio Barba. La passione per il teatro e la scrittura poetica hanno accompagnato il suo percorso sino all’incontro con la fotografia e, più precisamente l’immagine, avvenuto in età più adulta. Amante dell’illustrazione. “Il mezzo fotografico ad oggi, più di ogni altro, mi consente di pensare per immagini e costruire mondi dissimili da quello visibile”. Vive e lavora a Milano.
Koy - “Una carpa risalì la corrente del Fiume Giallo, giunse alla porta del drago e la varcò senza esitazione. Gli dèi, impressionati da tanto coraggio, la trasformarono in un grande drago.”. Un’istantanea onirica, che attraverso le immagini racconta un regno acquatico, legato visibilmente all’illustrazione, che si avvale, però, del mezzo fotografico per esprimersi. La fotografia di Laura è fiabesca. Atmosfere fluttuanti, mobili e imprecise, conferiscono alle immagini una spinta oltre i limiti del reale e abbracciano l’imprecisione del sogno. Attraverso la macchina fotografica, Laura gioca con le rifrazioni della luce e sposta i confini delle cose e del mondo, ridisegnandoli sotterranei, incompiuti, attraversati da presenze incorporee fuse nell’ambiente circostante. Una nota di Diego Caiazzo: “... è come se l’obiettivo della macchina fotografica cercasse la dimensione liquida della materia, il suo stato prenatale, una specie di ecografia in cui i pesci sono la metafora della vita al di qua del suo inizio. Ecco, nelle foto di Laura Lomuscio si percepisce l’inizio di qualcosa e si partecipa ad esso”.